18 aprile 2016 alle ore 21.00, presso il Teatro di Novafeltria
Il Fiume Marecchia e la sua valle
La Valmarecchia, storicamente terra dei Malatesta e dei Montefeltro, rappresenta una delle aree più importanti dell’entroterra appenninico emiliano-romagnolo per l’insieme di valori che detiene e per le potenzialità che esprime. Dalla “porta” simbolica rappresentata in città dal Ponte di Tiberio, la vallata risale lungo tutto il corso del fiume Marecchia fino ai confini con la Toscana e le Marche. Dal punto di vista demografico, il territorio considerato ha una popolazione di ca. 200.000 abitanti di cui 143.000 concentrati nel territorio comunale di Rimini.
Sul piano ambientale e paesaggistico, la Valmarecchia possiede un patrimonio molto consistente che spazia dalla grande risorsa acqua, alle caratteristiche geomorfologiche con gli alloctoni calcarei su cui si ergono i diversi castelli e le emergenze geologiche, dalle Oasi di Protezione Faunistica alle ampie SIC e ZPS, per arrivare al Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello, che offre uno dei boschi di cerro più estesi d’Europa. Analoga importanza è rappresentata dal patrimonio culturale, artistico e storico sociale: dal sistema di rocche e castelli alle pievi, dai musei alle testimonianze della cultura rurale, dalla tradizione francescanaai paesaggi rinascimentali di Piero della Francesca e Leonardo da Vinci al “mondo” di Tonino Guerra.
Contesto amministrativo
Questo territorio è stato interessato negli anni recenti da importanti eventi, prima tra tutte l’annessione di sette Comuni già parte della Regione Marche, che hanno fortemente incrementato la dimensione quantitativa e l’attrattività complessiva della vallata grazie al consistente patrimonio culturale, paesaggistico e storico-sociale che hanno recato con sé. Recentemente, i 10 comuni della vallata sono pervenuti ad un’unione amministrativa, un soggetto unico che ha il compito di coordinare politiche e servizi per tutto il territorio della Valle, da Santarcangelo di Romagna fino a Casteldelci.
Contestualmente, i Comuni dell’alta valle sono impegnati nella elaborazione del Piano Strutturale Comunale associato, in adeguamento alla normativa urbanistica regionale. Altri comuni della bassa valle sono interessati da processi di imminente fusione e, egualmente, di redazione degli strumenti urbanistici.
Egualmente Rimini, che ha avviato da alcuni anni un originale processo di pianificazione strategica comunitaria, ha impostato nuovi indirizzi di sviluppo perseguendo una radicale inversione sul modo di trattare il territorio rispetto al modello quantitativo che ha segnato l’immagine del capoluogo nei decenni passati e che contribuisce oggi a mettere in luce i limiti di un prodotto turistico ormai maturo. In questo quadro il capoluogo ha anche ripensato il proprio rapporto con l’entroterra, e in particolare con la Valmarecchia, in discontinuità con una prassi che, fino ad oggi, ha visto Rimini e le sue aree interne agire in maniera indipendente, quando non reciprocamente competitiva.
Piano Strategico di vallata e Contratto di Fiume Marecchia
Sulla base di tutte queste considerazioni, si è ritenuto di dare avvio ad un Piano strategico di vallata, all’interno del quale realizzare anche un Contratto di fiume.
Con il Piano Strategico Rimini mette a disposizione del suo entroterra la sua immagine consolidata affinché tutto il territorio ne possa beneficiare, mentre la Valmarecchiapone in rapporto con Rimini il proprio patrimonio e la propria ricchezza per completare un’offerta turistica complessivacaratterizzata da varietà, integrazione, equilibrio e sostenibilità.
Considerato che il fiume Marecchia rappresenta concordemente l’elemento identitario più importante e più riconosciuto da monte a valle, il Contratto di fiume assume in questo contesto una valenza di primaria importanza.
Se, infatti, il Piano Strategico è un quadro di coerenza condiviso che delinea obiettivi e linee di intervento mettendo in sinergia i diversi strumenti di programmazione e pianificazione cogenti, il Contratto di Fiume viene ad essere lo strumento partecipativo attraverso il quale allargare la condivisione su processo attorno ad un elemento unificante, il fiume appunto, concordemente riconosciuto dalla popolazione.